La compilation inizia con il massiccio riffing di "Another Me" dei Relaypse. Rasoiate pesanti seguite dalla profonda voce del singer, che si dimostra molto versatile durante l'intero brano. Pezzo potente e ben curato, con l'inserimento di piacevoli cori e un ottimo comparto ritmico decisamente corposo.
"Glass World" dei Ghost Booster è un brano decisamente mutevole, che presenta diverse sfumature sonore mantenendo alta l'attenzione dell'ascoltatore dall'inizio alla fine. Buona prestazione di tutti i componenti, diversi stacchi e piacevoli ripartenze, un basso corposo e un bel lavoro alle pelli.
Gli Ibridoma presentano "I'm Not Sorry", brano che conquista subito per la sua orecchiabilità e grinta. Bella prestazione vocale, graffiante e incisiva, e bella sezione solista, ben inserita nella struttura del brano.
I Wormhole ci propongono "Simon". Il piano e gli arpeggi in distorsione creano un'atmosfera malinconica, grazie anche alla bella voce della cantante, davvero molto espressiva e coinvolgente. Un brano molto affascinante e toccante.
Atmosfere oscure avvolgono "Crystal Night" dei Jtr Sickert, brano decisamente affascinante, dalle forti componenti elettroniche e dalla struttura robusta. Ottimi arrangiamenti, grande capacità compositiva di questi ragazzi, e un'ottima prestazione del frontman.
Heavy Metal di stampo maideniano quello dei Midnight Madness e della loro "Something Left Me". Il brano inizia come un lento, dove il basso si mette ben in evidenza sugli arpeggi di chitarra e la voce potente di Michele ci ricorda in alcuni punti quella del buon Dickinson. Non passa molto che il brano acquista un nuovo passo, il ritmo si fa galoppante e gli strumenti creano dei riff agili e accattivanti.
Inizio da film horror per "Writing in a Memory" degli Even Flow, ma che presto si mette in evidenza per la grande tecnica di questi ragazzi. Riff veloci e articolati, sapiente uso del synth, giochi di piatti, rullante e doppia cassa notevoli, e ottimo uso delle doppie voci danno vita a un gran bel brano.
"Angel of Death" degli MK Ultra parte con un bel tapping su un riff spiccatamente thrash. Numerose saranno le fughe in solitaria delle chitarre, in questa traccia dai vari cambi di tempo e ritmiche. Potente e graffiante la prestazione del frontman.
"Welcome" dei Gatling Cannon ha un intro inquietante, così come poi l'intera traccia richiamerà forti atmosfere dal sapore horrorifico, grazie anche al buon uso fatto del synth che affianca il gran lavoro delle chitarre. Buona l'interpretazione del frontman, e gran lavoro fatto da basso e batteria.
"The Metal Age", di John Crown, è un pezzo strumentale dal riffing poderoso, ricco di controtempi (ben programmati sulla drum machine). Ad alternarsi sono brevi sezioni di chitarra solista separate tra loro dai riffing ritmici.
La strumentale "Ancient Forces", dei Winterage, ho avuto modo ormai di incontrarla in diverse compilation (oltre che nell'EP vero e proprio della band). E il mio giudizio resta sempre lo stesso: "la perfetta fusione tra archi, tastiere e gli strumenti di natura prettamente metal, dà origine a questo brano veramente accattivante ed epico. È davvero un piacere sentire il botta e risposta tra violino e chitarra nella seconda parte del brano, dalle sonorità più melodiche rispetto alla prima parte, più vivace e movimentata."
"Love an' Affection" dei Wizard è un brano in stile hard rock anni '70, piacevolmente movimentato e orecchiabile. Ci troviamo di fronte a musicisti di esperienza e tecnicamente di altissimo livello. Davvero un bel brano godibilissimo.
Brano di breve durata, "Pain Generator" degli Enemies, ma che non si fa mancare nulla. Potenza, ferocia, tecnica e alta qualità. Ogni strumento dà il proprio supporto alla struttura, nessuno in secondo piano, e la cattiveria della linea vocale è un piacere tutto da ascoltare.
Attacco di basso e batteria per "WildRoads", dei WildRoads, brano dall'enorme carica energetica che richiama fortemente i fasti dell'hard rock anni '80. Riffing accattivanti, ritornelli orecchiabili, e un frontman carismatico e travolgente.
Ritmi vertiginosi anche per "The Eternal Night" dei Physical Noise. Giochi di armoniche e note macinate senza sosta danno vita a questo trascinante brano. Ottimi scambi di assoli, veloci e piacevoli, buon lavoro dietro le pelli e al basso, e una gran bella prestazione del cantante.
Pura dinamite quella presente in questo quarto volume! Unico consiglio da darvi: SCARICATELA SUBITO SE ANCORA NON LO AVETE FATTO! Marcello