Nel giro di pochi giorni mi trovo in mano una nuova compilation da recensire. Questa volta è "L'Angolo della Follia" ad averla creata, un gruppo di ragazzi che, per passione, ha deciso di pubblicare ogni mese un volume che raccoglie tutti i brani inviati dai gruppi nostrani. Siamo al secondo volume (di ottobre), dedicato al thrash/death/black, mentre il primo era dedicato al punk/rock. Un'altra bella iniziativa, dunque, a supporto dell'underground italiano, e vediamo cosa ci viene proposto.
Aprono le danze i Downfall con "Here Comes the Night", brano molto tirato dove il suono corposo del basso si mette piacevolmente in evidenza. La voce arrabbiata al punto giusto e il riffing serrato della chitarra creano un gran bel muro sonoro. Bel lavoro alle pelli e alla cassa, dove si martella di brutto e non si perde un colpo. La seconda parte vede uno stacco, con rallentamento e sonorità più melodiche, poco prima del bell'assolo e dell'arrembante assalto finale.
Molto stile (vecchi) Metallica è "Chaosgheddon" dei Perceverance, con un robusto mid-tempo e un tagliente riffing di chitarra. Verso metà traccia si passa all'improvviso a un melodico arpeggio su cui si snoda il primo assolo, a cui ne seguirà un secondo e un terzo al tornare della distorsione.
A seguire la "slayeriana" "Sudden Death" dei Gravelead, che aggredisce subito con riff massicci e violenti, un drumming e un basso martellanti e un cantato (c'è una cantante, nonché chitarrista, in line-up) urlato e feroce da far invidia a qualche collega maschietto. I ritmi sono pressoché elevatissimi salvo un micidiale rallentamento (in stile Slayer appunto), con relativo assolo, verso il finale.
Si continua su altissimi livelli con "Beer" degli Inverno. La traccia è molto elaborata e tecnica, con un drumming dinamico e vario, e un basso che dà corpo agli affilatissimi riff di chitarra. Molto efficace l'uso dei cori nel refrain.
"Fist Assault" dei Legäcy è una traccia dal riffing trascinato. Qui la sezione ritmica, basso e batteria, assume un ruolo di primo piano, facendo da base su cui si liberano gli assoli, o come supporto al vocalist, che adatta il proprio timbro alle sonorità cupe dei suddetti strumenti.
"Sommossa Violenta", dei Radical Crash, a dispetto del titolo presenta un testo in inglese. Molti i cambi di tempo all'interno di questo brano, che presenta qualche sfumatura punk, molto trascinante e di immediata presa sull'ascoltatore.
Con gli Eliseum, e la loro "Stolen Life", si toccano sonorità più gothic/death. Un brano che presenta un forte carisma, sia per la perfetta commistione tra le oscure sonorità date dalla tastiera e le robuste ritmiche di chitarra, sia per l'efficace alternarsi della potente voce di Genny al profondo growling di Riccardo. Danno poi corpo al tutto un drumming mai scontato o ripetitivo, e un basso presente e dinamico.
Semplicemente colossale è "Blood From the Sky" degli Ammonal, sia per durata (oltre gli 8 minuti) che per composizione. Un intro delicatissimo di tastiere e chitarra acustica, su cui si adagia un primo dolce assolo, dà il via a questa traccia imponente e bellissima. Ci sarebbe da scrivere per righe e righe, tra cambi di tempo, riffing pesanti e chicche tecniche, passaggi di pianoforte, effetti synth, assoli e un growling perfetto. Be'... ASCOLTATELI!!
Sonorità oscure quelle di "Black Fog" degli Acrylate. Il frontman aggredisce con uno screaming graffiante, il drumming è di alto livello, molto vario, e raggiunge elevate velocità di esecuzione. La chitarra ricama riff dinamici e coinvolgenti, mentre il basso dà pieno corpo all'intera struttura.
Decimo posto assegnato ai Symbolyc che presentano la loro "The Parasite's Curse". La traccia ha un intro in crescendo (stile "Battery" dei Metallica per intenderci) che crea inquietudine e si libera in una potenza sonora micidiale. Il frontman Diego mette in campo un growling cavernoso e disumano, ma comprensibilissimo. Tecnica di prim'ordine quella di questi ragazzi, che ci deliziano con intrecci accattivanti di chitarra, giri dinamici di basso e giochi di doppia-cassa tritatutto.
Parte a ritmi vertiginosi "Slain Field" dei Sedition, aggredendo subito con un riffing veloce e violento, un comparto ritmico schiacciasassi, e un growling cupo e ruvido. Nella seconda parte si rallenta consistentemente dando libero sfogo all'assolo e a una serie di rullate, per ripartire poi a tutta velocità verso il finale.
"Zombie" è la cover, in versione death, eseguita da Belfag0r del celebre brano dei The Cramberries.
Death metal ultratecnico quello dei Last Eternal Breath: "...In the Aeons" è un macinare incessante di note da parte dei due chitarristi, che ci deliziano, tra l'altro, con assoli ispirati dalla musica classica. Il tutto a velocità altissime, non disdegnando comunque dei break decisamente melodici. Tutta la struttura è magistralmente sorretta da un comparto ritmico che non perde un colpo durante le estreme velocità raggiunte. Ottima anche la performance del cantante, che aggredisce con un growling estremamente potente alternato a uno screaming davvero efficace e da brividi.
L'ultimo gruppo italiano presente sono i Voltumna con la loro "Volsinii": il brano presenta delle atmosfere cupe e sinistre, create inizialmente dal synth e portate avanti dall'oscuro riffing di chitarra, e delle interessanti armonizzazioni. L'alternarsi di uno screaming al vetriolo e un growling molto cupo, e la presenta di cori al fulmicotone, danno un forte carisma al pezzo. Bel groove del reparto ritmico, vario e preciso.
Dalla Serbia i Karijes propongono "Torn Apart": il brano ha un intro d'atmosfera che poi sfocia in sonorità thrash/black. Presenta un buon tiro, una voce sepolcrale, e un buon comparto ritmico.
"The Omnipotence of the Judges" è il brano presentato dai greci Erevos. Black metal melodico dalle atmosfere inquietanti e maligne. La traccia presenta diversi cambi di tempo, tutti ben eseguiti. Buono il lavoro e l'amalgama tra i riff affilati di chitarra e le melodie oscure del synth, di impatto lo screaming/growling del frontman. Ottimo il supporto del comparto ritmico.
Si chiude con il progetto solista Moloch, proveniente dall'Ucraina, e la sua angosciosa/angosciante "Ljosalfaheimr", una composizione di puro black metal/dark ambient, in perfetto stile "burzumiano".
Molti nomi a noi già noti in questa compilation, e altrettante nuove scoperte davvero interessanti. Un lavoro di altissima qualità con gruppi di altissimo livello. In allegato c'è anche un magazine in formato pdf, ben curato, che presenta la bio di ogni gruppo qui presente. Che dire, complimenti a "L'Angolo della Follia" e a tutti i gruppi che hanno partecipato a questa compilation. Attendiamo le prossime uscite, e supportiamo i nostri gruppi scaricando, gratuitamente, questo, il precedente, e i prossimi volumi. Grazie! Marcello
Aprono le danze i Downfall con "Here Comes the Night", brano molto tirato dove il suono corposo del basso si mette piacevolmente in evidenza. La voce arrabbiata al punto giusto e il riffing serrato della chitarra creano un gran bel muro sonoro. Bel lavoro alle pelli e alla cassa, dove si martella di brutto e non si perde un colpo. La seconda parte vede uno stacco, con rallentamento e sonorità più melodiche, poco prima del bell'assolo e dell'arrembante assalto finale.
Molto stile (vecchi) Metallica è "Chaosgheddon" dei Perceverance, con un robusto mid-tempo e un tagliente riffing di chitarra. Verso metà traccia si passa all'improvviso a un melodico arpeggio su cui si snoda il primo assolo, a cui ne seguirà un secondo e un terzo al tornare della distorsione.
A seguire la "slayeriana" "Sudden Death" dei Gravelead, che aggredisce subito con riff massicci e violenti, un drumming e un basso martellanti e un cantato (c'è una cantante, nonché chitarrista, in line-up) urlato e feroce da far invidia a qualche collega maschietto. I ritmi sono pressoché elevatissimi salvo un micidiale rallentamento (in stile Slayer appunto), con relativo assolo, verso il finale.
Si continua su altissimi livelli con "Beer" degli Inverno. La traccia è molto elaborata e tecnica, con un drumming dinamico e vario, e un basso che dà corpo agli affilatissimi riff di chitarra. Molto efficace l'uso dei cori nel refrain.
"Fist Assault" dei Legäcy è una traccia dal riffing trascinato. Qui la sezione ritmica, basso e batteria, assume un ruolo di primo piano, facendo da base su cui si liberano gli assoli, o come supporto al vocalist, che adatta il proprio timbro alle sonorità cupe dei suddetti strumenti.
"Sommossa Violenta", dei Radical Crash, a dispetto del titolo presenta un testo in inglese. Molti i cambi di tempo all'interno di questo brano, che presenta qualche sfumatura punk, molto trascinante e di immediata presa sull'ascoltatore.
Con gli Eliseum, e la loro "Stolen Life", si toccano sonorità più gothic/death. Un brano che presenta un forte carisma, sia per la perfetta commistione tra le oscure sonorità date dalla tastiera e le robuste ritmiche di chitarra, sia per l'efficace alternarsi della potente voce di Genny al profondo growling di Riccardo. Danno poi corpo al tutto un drumming mai scontato o ripetitivo, e un basso presente e dinamico.
Semplicemente colossale è "Blood From the Sky" degli Ammonal, sia per durata (oltre gli 8 minuti) che per composizione. Un intro delicatissimo di tastiere e chitarra acustica, su cui si adagia un primo dolce assolo, dà il via a questa traccia imponente e bellissima. Ci sarebbe da scrivere per righe e righe, tra cambi di tempo, riffing pesanti e chicche tecniche, passaggi di pianoforte, effetti synth, assoli e un growling perfetto. Be'... ASCOLTATELI!!
Sonorità oscure quelle di "Black Fog" degli Acrylate. Il frontman aggredisce con uno screaming graffiante, il drumming è di alto livello, molto vario, e raggiunge elevate velocità di esecuzione. La chitarra ricama riff dinamici e coinvolgenti, mentre il basso dà pieno corpo all'intera struttura.
Decimo posto assegnato ai Symbolyc che presentano la loro "The Parasite's Curse". La traccia ha un intro in crescendo (stile "Battery" dei Metallica per intenderci) che crea inquietudine e si libera in una potenza sonora micidiale. Il frontman Diego mette in campo un growling cavernoso e disumano, ma comprensibilissimo. Tecnica di prim'ordine quella di questi ragazzi, che ci deliziano con intrecci accattivanti di chitarra, giri dinamici di basso e giochi di doppia-cassa tritatutto.
Parte a ritmi vertiginosi "Slain Field" dei Sedition, aggredendo subito con un riffing veloce e violento, un comparto ritmico schiacciasassi, e un growling cupo e ruvido. Nella seconda parte si rallenta consistentemente dando libero sfogo all'assolo e a una serie di rullate, per ripartire poi a tutta velocità verso il finale.
"Zombie" è la cover, in versione death, eseguita da Belfag0r del celebre brano dei The Cramberries.
Death metal ultratecnico quello dei Last Eternal Breath: "...In the Aeons" è un macinare incessante di note da parte dei due chitarristi, che ci deliziano, tra l'altro, con assoli ispirati dalla musica classica. Il tutto a velocità altissime, non disdegnando comunque dei break decisamente melodici. Tutta la struttura è magistralmente sorretta da un comparto ritmico che non perde un colpo durante le estreme velocità raggiunte. Ottima anche la performance del cantante, che aggredisce con un growling estremamente potente alternato a uno screaming davvero efficace e da brividi.
L'ultimo gruppo italiano presente sono i Voltumna con la loro "Volsinii": il brano presenta delle atmosfere cupe e sinistre, create inizialmente dal synth e portate avanti dall'oscuro riffing di chitarra, e delle interessanti armonizzazioni. L'alternarsi di uno screaming al vetriolo e un growling molto cupo, e la presenta di cori al fulmicotone, danno un forte carisma al pezzo. Bel groove del reparto ritmico, vario e preciso.
Dalla Serbia i Karijes propongono "Torn Apart": il brano ha un intro d'atmosfera che poi sfocia in sonorità thrash/black. Presenta un buon tiro, una voce sepolcrale, e un buon comparto ritmico.
"The Omnipotence of the Judges" è il brano presentato dai greci Erevos. Black metal melodico dalle atmosfere inquietanti e maligne. La traccia presenta diversi cambi di tempo, tutti ben eseguiti. Buono il lavoro e l'amalgama tra i riff affilati di chitarra e le melodie oscure del synth, di impatto lo screaming/growling del frontman. Ottimo il supporto del comparto ritmico.
Si chiude con il progetto solista Moloch, proveniente dall'Ucraina, e la sua angosciosa/angosciante "Ljosalfaheimr", una composizione di puro black metal/dark ambient, in perfetto stile "burzumiano".
Molti nomi a noi già noti in questa compilation, e altrettante nuove scoperte davvero interessanti. Un lavoro di altissima qualità con gruppi di altissimo livello. In allegato c'è anche un magazine in formato pdf, ben curato, che presenta la bio di ogni gruppo qui presente. Che dire, complimenti a "L'Angolo della Follia" e a tutti i gruppi che hanno partecipato a questa compilation. Attendiamo le prossime uscite, e supportiamo i nostri gruppi scaricando, gratuitamente, questo, il precedente, e i prossimi volumi. Grazie! Marcello